DOG SITTER: un importante amico.
Conosciamo il dog sitter con Marta Treves, educatrice cinofila
Oggi sempre più persone scelgono di allargare la famiglia adottando un cane, ma spesso il tempo è tiranno e risulta difficile occuparsi di lui tanto quanto si vorrebbe. Per soddisfare le proprie esigenze, un cane di casa dovrebbe essere occupato in media quattro ore al giorno in attività primarie come mangiare, dormire, riposare, ma anche giocare, relazionarsi con la persona, uscire ed esplorare il mondo circostante.
Durante la settimana non sempre si ha abbastanza tempo per soddisfare i bisogni del proprio amico a quattro zampe ed è qui che entra in gioco la figura del “dog sitter”, un compagno di avventure il cui lavoro è occuparsi del cane in assenza dei proprietari.
Purtroppo, spesso ai proprietari basta che il cane venga portato fuori a fare i bisogni in modo che non li faccia in casa, ma il lavoro del dog sitter, i suoi servizi e le sue competenze devono andare ben oltre questo. Non esiste una scuola di specializzazione o un albo dei dog sitter, tuttavia, pur non esistendo un regolamento universale, è dovere del proprietario assicurarsi di affidare in mani sicure il proprio amico, valutando soprattutto la competenza, la qualità del servizio offerto e il rapporto qualità/prezzo.
Non basta essere “passeggiatori” di cani per soddisfare i bisogni primari del cane e sicuramente un alto livello di competenza è accompagnato da una miglior presa di coscienza della propria responsabilità civile, penale e morale nei confronti del migliore amico dell’uomo.
Il buon proprietario non dovrà badare solo al costo e alla durata della passeggiata, ma anche alla qualità del lavoro svolto. Se si cerca una passeggiata di un’ora per il proprio amico, bisogna anche assicurarsi che quell’ora sia piacevole, sicura e magari anche istruttiva. È totalmente inutile camminare a bordo strada con un cane che tira come un matto, non riesce a rilassarsi e vuole litigare con tutti, magari stando al telefono per tutta l’ora, mentre potrebbe anche essere utile nonché molto soddisfacente per il cane passeggiare per quindici minuti, sdraiarsi all’ombra in un bel parco e godere della compagnia del suo dog sitter, tra carezze e parole confortanti.
Da non trascurare poi è la capacità del dog sitter di comunicare correttamente col cane: infatti il dog sitter in fin dei conti è una persona estranea al nucleo famigliare, che si permette di entrare quando il cane è da solo in casa, lo prende e lo porta fuori. Ciò può essere un’invasione della propria privacy e se il dog sitter non conosce la comunicazione del cane possono crearsi tensioni, insicurezze, antipatie che non è detto sfocino in aggressioni, ma magari infastidiscono il nostro amico che per pura pazienza sopporta.
E’ dunque un buon presupposto che i dog sitter siano persone che hanno seguito almeno un corso di conduttore esperto o che siano educatori cinofili. Non basta l’amore per i cani o l’aver sempre avuto cani. Una persona può essere in buona fede, ma senza la giusta preparazione può non essere sufficientemente competente.
Un’altra caratteristica del dog sitter modello è la sensibilità e la disponibilità: deve aver voglia di capire cosa piace al cane e di ascoltare il proprietario, capendo le abitudini del cane, le sue caratteristiche fisiche e la sua indole. Chiamare a colloquio il dog sitter e parlargli del proprio cane è utilissimo per poter instaurare un buon rapporto cane-persona.
Al Bau piace giocare con la palle? È possessivo coi legnetti? Ama stare con gli altri cani, ha un migliore amico? Sono tutte informazioni utili anche per poter variare le attività nel corso del tempo, scampando alla noia.
Il buon dog sitter saprà anche come stimolare il cane ad utilizzare la propria intelligenza con giochi di attivazione mentale ad esempio o come insegnargli a rilassarsi, magari con giochi di fiuto. Il suo lavoro è far star bene l’animale, senza che diventi un soldatino che cammina e basta attaccato a un guinzaglio insieme ad altri dieci cani, come i classici gruppi di cani portati a passeggio dai dog sitter dei film americani.
Ma come fare a capire se il proprio cane è felice in nostra assenza? Per prima cosa, basta guardarlo. Ogni proprietario conosce il suo cane e quando sta bene è sereno, è felice di vedere il dog sitter, non fa danni in casa e magari, nelle giuste mani, migliora anche il suo modo di fare quando è in passeggiata.
Si può anche chiedere foto e video delle passeggiate, ma senza mai dimenticare che il dog sitter non è un paparazzo: è un professionista che per prima cosa deve relazionarsi col cane e non sempre le situazioni concedono il girare un bel video o fare tante foto. Ad esempio è preferibile avere un dog sitter che passeggia col cane stando bene attento a non farlo scendere dal marciapiede piuttosto che fidarsi di una persona che filma tutto col cellulare e poi va a sbattere contro un palo!
In caso di rapporto duraturo nel tempo, un incontro periodico col dog sitter aiuterà il proprietario a capire come vanno le cose. Potrà vedere come il cane si relaziona con lui e se è cambiato qualcosa nel corso del tempo.
Fondamentale poi è affiancare il dog sitter durante le prime uscite, così da farlo conoscere al cane e se il cane ha esigenze particolari perché pauroso, troppo eccitabile o aggressivo, la regola fondamentale è prevedere l’ausilio di un educatore cinofilo per aiutare il dog sitter inizialmente se questi non fosse un educatore, o scegliere un dog sitter che sia anche educatore o, in casi più complessi, farsi aiutare anche dal rieducatore o dal comportamentalitsa.
In definitiva, il dog sitter è una figura molto importante, ma la cui scelta deve essere ben ponderata. Pertanto, la regola fondamentale è mai fermarsi al prezzo o al tempo di uscita, ma andare più a fondo, per trovare non un passeggiatore, ma un vero amico per colui che sicuramente da noi merita sempre e solo il meglio.
Marta Treves – educatrice cinofila Dog&thecity
feat. Alice Castorina – proprietaria di Bau 🙂