Giocare col cane: il Problem Solving
A cura di Lorena Ruboni, educatrice cinofila
Nel mondo cinofilo, mai come negli ultimi anni si sente parlare di attività mentale rivolta ai nostri cani. Ma esattamente, di cosa si tratta?
L’attività mentale riguarda tutto ciò che stimola l’apparato cognitivo. Tutte le novità per il nostro cane sono attività mentale: un posto nuovo, una situazione diversa, dei nuovi giochi, cercare un oggetto o una persona o un bocconcino, oggetti di forme, dimensioni e materiali diversi e si potrebbe proseguire per molto ancora.
Perché è così importante indurre il nostro cane a fare attività mentale? Semplicemente perché tutto ciò che lo stimola a ragionare e a risolvere rafforza o crea nuove sinapsi, insegna al cane ad agire dopo aver pensato, quindi ad avere più autocontrollo e rimanere più calmo. Impara che non sempre i modi di agire abituali e consolidati possono funzionare in qualsiasi situazione e che quindi può essere necessario guardare ciò che lo circonda in modo diverso, utilizzando altri mezzi per raggiungere lo scopo. Inoltre, l’attività mentale stanca, rilassa e soddisfa. È un bisogno fondamentale che porta ad avere una maggior autostima e fiducia in sé stesso.
Purtroppo, spesso e inconsciamente, siamo noi a far crescere i nostri cani “ignoranti” (in quanto ignorano).
Ci preoccupiamo di farli passeggiare, correre, giocare con pallina, frisbee, corda, di insegnare loro qualche comando come il seduto, la zampa, il resta o alcuni tricks, ma spesso ci dimentichiamo di due cose fondamentali per lui: il fiuto ed il suo cervello! Del fiuto ne parleremo prossimamente, qui ci limiteremo a dire che una parte del cervello del cane è direttamente dedicata a questo senso ed è per noi un senso ancora quasi sconosciuto e lontanissimo dal nostro odorato.
Relativamente al cervello inteso quale capacità di ragionare, di pensare, di provare emozioni, di percepire il mondo in modo totalmente diverso dal nostro, con una intelligenza diversa, non inferiore, non superiore, solo diversa, ci occupiamo proprio in questa sede.
Il Problem Solving è una parte dell’attività mentale, si tratta di “giochini” svolti con oggetti di uso comune oppure fatti in casa o acquistati, con i quali e per mezzo dei quali, il cane deve riuscire a raggiungere un obiettivo (solitamente uno o più bocconcini). Inizialmente saranno dei problemi semplici fatti anche di pezzetti di carta o cartone, poi si aggiungeranno oggetti di forme, dimensioni, materiali e colori diversi, fino ad arrivare a veri e propri rebus.
Il proprietario dovrà essere sempre presente, ma senza intervenire e senza lodare il cane: già la risoluzione del problema sarà per lui fonte di soddisfazione e rinforzo per l’autostima.
Questi giochi sono utilissimi anche per passare un po’ di tempo nelle giornate invernali o piovose.
Al di là del fine del gioco, il problem solving è importante per un’attività completa per il nostro amico, lo aiuta ad avere una crescita mentale equilibrata.
Sotto la sorveglianza e l’indicazione di un veterinario comportamentalista, il P.S. (unitamente ad altre attività e/o indicazioni) può aiutare a risolvere problematiche comportamentali del cane, come ad esempio la paura e l’iperattività. Un cane pauroso può essere aggressivo o nascondersi, immobilizzarsi o fuggire, è un comportamento istintivo. L’insicurezza del sé e del mondo circostante può essere data da moltissimi fattori. L’attività mentale mirata, come può esserlo il problem solving, facendo acquisire competenze cognitive di risoluzione, ragionamento, la calma e autocontrollo, aumenta la fiducia in sé stesso e fornisce strumenti per affrontare le piccole quotidianità e le frustrazioni che scaturiscono. Proprio per questo è importante che il proprietario sia sempre presente ma senza intervenire.
Iniziare il nostro cucciolo al Problem Solving aiuta a prevenire comportamenti indesiderati o addirittura patologici.
È un’attività molto stancante per il nostro amico, molto più dell’attività fisica in quanto il cervello brucia glucosio durante il ragionamento, il pensiero o l’acquisizione di nuove nozioni. Introdurre dell’attività mentale una o due volte alla settimana, completa la formula delle attività riportate da diversi studiosi tra cui Joël Dehasse nel suo libro “Il mio cane è felice?” e che qui brevemente trascriviamo nella formula semplificata: Attività Generale = Attività alimentare + attività locomotoria + attività vocale + attività masticatoria + Gioco + attività intellettuale, che viene moltiplicata per 10 rispetto alla fisica (tratto da Il Mio cane è Felice? – ediz. Point Veterinaire Italie 02/2015).
Se decidete di iniziare un percorso di Problem Solving è suggerito praticarla, almeno inizialmente, con un educatore cinofilo Problem Solving Pratictioner. Come per tutti i percorsi, avere delle basi sul come agire in modo corretto è importante per avere dei buoni risultati! L’improvvisazione o il riferimento al solo web farà riferimento ad un discorso generico che potrebbe rivelarsi controproducente nel singolo caso del vostro cane.
Questi esercizi sono consigliati a cuccioli, adulti e nei cani anziani è un toccasana. I cani un po’ in la con l’età non hanno più la vista ed il fiuto di un tempo, ma il sentirsi ancora utili e riuscire a risolvere un problema li stimola, li aiuta a non deprimersi, rallenta il decadimento cognitivo e dà loro un piacere in più. Come le parole crociate!
I cani avranno modi e metodi diversi per arrivare alla risoluzione: chi usa più la bocca, chi il naso, chi la zampa, chi lancia il gioco in aria e tende a distruggerlo e chi invece arriva meticolosamente e con molta delicatezza alla fine.
Non ci sono vere e proprie regole di gioco, ma ci sono giochi adatti e giochi non adatti alla tipologia, età, motivazione di razza, carattere del cane in questione, è molto soggettivo.
Il problem solving fa scoprire e conoscere il proprio cane a fondo, stupisce i proprietari e da soddisfazione ad entrambi.
Lorena Ruboni
Educatrice cinofila