Cani & Citofono
Corso rapido di sopravvivenza all’apocalisse
A cura di Lorena Ruboni, educatrice cinofila.
Per molti cani il suono del citofono invita ad un irresistibile sfogo vocale ed i proprietari difficilmente sono contenti di questa reazione. Ma per quale motivo quel suono scatena le ire del nostro amico? Come fare a spiegargli che non deve per forza sfondarci i timpani se qualcuno citofona?
L’abbaio può avere significati diversi e se il proprietario impara ad ascoltare, riuscirà a distinguere se si tratta di un comportamento di felicità, fastidio o avviso di pericolo.
Educandolo, il cane capirà comunque quando il suo dialogo sarà benvenuto.
In realtà per comprendere il perché lo fa è necessario verificare il singolo caso, perchè il nostro amico a 4 zampe è un individuo unico e anche se ci possono essere motivazioni legate alla selezione di razza, ciò che pensa lui può discostarsi notevolmente dal pensiero di un altro cane che abbaia come lui al citofono!
In questo articolo cercherò di darvi degli spunti di riflessione, generalizzando. Tuttavia, voglio da subito precisare che se si vuole capire il proprio cane e soprattutto sedare la sua furia ossessiva nei confronti del citofono, è necessario chiamare un buon educatore cinofilo e farsi aiutare personalmente.
Tornando a bomba sui cani: ci sono razze più territoriali, altre più difensive con soggetti che fanno da campanello d’allarme. Le motivazioni di razza sono diverse e sono più d’una per ogni razza. Ad esempio un Mastino Corso è protettivo (e non solo), ma anche un Volpino è protettivo (e non solo)! Vi immaginate un grosso Mastino e un piccolo volpino? Entrambi protettivi, ma le loro reazioni sono molto diverse! Di fronte a un estraneo dal quale ci si deve proteggere, il Mastino Corso resta tranquillamente a sonnecchiare fino a che non viene oltrepassato il cancello, il Volpino abbaia fino allo sfinimento (delle orecchie del proprietario e del malcapitato).
Il Volpino è quindi un campanello di allarme e se si ha la fortuna di avere anche il Corso, uno avvisa e l’altro apre gli occhi, poi con passo tranquillo e sicuro ferma l’indesiderato.
Ma torniamo al citofono.
Perché spesso i cani, soprattutto di taglia piccola, abbaiano a quel suono? Alcuni dei motivi potrebbero essere:
- l’aver involontariamente rafforzato questo comportamento quando erano ancora cuccioli, prestando loro attenzione, magari ridendo o prendendoli in braccio ed accarezzandoli.
- l’arrivo di un estraneo ogni volta che sente quel suono, con il conseguente desiderio di avvisare la famiglia.
- l’orario di rientro da scuola o dal lavoro dei loro amati bipedi. I cani sono felici che arrivi un componente della famiglia e lo comunicano anche ai vicini.
- il rafforzamento del comportamento prestando loro attenzioni, anche se dicendogli “bastaaaa”!
- il nostro stesso scattare al suono del citofono, per andare ad aprire.
Come possiamo intervenire?
Se non ci sono comportamenti problematici, a cui potrà rispondere solo un veterinario comportamentalista, ci si potrà rivolgere ad un educatore o rieducatore per avere delle indicazioni corrette.
Uno dei lavori che si potrà andare a svolgere, sarà quello di associare a quel suono un comportamento diverso, piacevole sia per il cane che per il proprietario, escludendo in tutto o almeno in parte l’abbaio.
Sembra difficilissimo ma non è così! Come ogni cambiamento di abitudine (anche nostra) non sarà un lavoro che si otterrà con la bacchetta magica. Occorrerà l’intervento di tutta la famiglia, costanza e sempre, sempre, sempre, coerenza!
Un esempio? Partendo dal presupposto che il cane abbia associato il suono del citofono all’arrivo di qualcuno e che abbaiando avrà la nostra attenzione, gli potremo insegnare che al suono del citofono potrà prendere in bocca un giochino da lui amato e che noi giocheremo con lui subito dopo aver sollevato e risposto.
All’inizio si creerà la situazione, si suonerà il citofono “a vuoto” da qualcuno che si presta a stare all’esterno e lentamente si inseriranno i vari step fino ad arrivare ad un fantastico cane che, al suono dello strumento di tortura, prenderà gioioso in bocca la pallina o si accuccerà sul tappeto nel suo angolo.
Ci sono cani che impiegano meno tempo ed altri un po’ di più, ma con un po’ di impegno riusciremo ad avere un cane educato, che non disturba né le nostre orecchie, né quelle dei vicini e nemmeno quelle dell’ospite.
Lorena Ruboni
Educatrice cinofila