Libertà: necessità o capriccio?
A cura di Ilenia Quagliato, educatrice cinofila.
Apriamo questa nostra nuova rubrica dedicata agli errori invisibili che commettiamo inconsciamente col nostro cane proponendo uno spunto di riflessione sul cane libero e al guinzaglio.
Per molte persone la libertà del cane, intesa come passeggiata senza guinzaglio, è un tabù, un male, una cosa a cui non si deve proprio pensare. Spesso la motivazione è che si ha paura di farlo scappare, per mai più ritrovarlo.
Effettivamente in Italia è vietato liberare il cane in qualsiasi luogo che non sia ad essi dedicato (aree cani o aree recintate), ma dobbiamo porci delle domande per poter capire se negare sempre la libertà sia per il cane la cosa migliore, tenendo presente della sua natura e dei suoi bisogni.
Per natura il cane è un animale sociale e un predatore: i suoi bisogni vanno dall’essere parte di un gruppo stabile (famiglia) al poter esprimere la sua natura. Le sue attitudini naturali variano in base alla razza di appartenenza o, se trattasi di meticcio, dagli incroci di razze in esso presenti e dalle caratteristiche maggiormente prevalenti in fatto di comportamento.
È più che comprensibile che la paura di liberare il cane in zone non recintate è presente in tutti noi. La paura di perderlo o che possa partire all’impazzata dietro a qualche animale selvatico, a ciclisti o a corridori, è forte, ma questo problema potrebbe essere superato attraverso un buon training di educazione e addestramento al richiamo anche in presenza di stimoli molto forti.
Tuttavia, è praticamente impossibile far davvero felice un cane se non si lascia mai la possibilità di gestirsi la libertà. Lui ha bisogno di correre, di giocare, rotolarsi, fare una piccola ricerca nel suo ambiente naturale che sicuramente non è fatto da cemento, case e auto, ma da boschi, campi, fiumi. La libertà del cane gli permette di esprimere le sue tendenze (sempre sotto nostro controllo) e rafforza la relazione che ha con noi.
A differenza di quello che si può pensare, se un cane ha fiducia di noi e noi di lui la sua tendenza sarà quella di tornare sempre da noi perché saprà che non gli verrà tolta la libertà per sempre! Capirà che il domani sarà un altro giorno di giochi all’aperto senza costrizioni di nessun genere, fatto di libere scelte, che se ben impostate saranno sempre quelle di restare col gruppo/famiglia.
La prima domanda da porsi quando si decide di costringere sempre e comunque il proprio cane a passeggiare al guinzaglio è: “perchè?”.
Generalmente la risposta è che si paura di perdere il cane perché non torna, ma la paura spesso è solo una parte della risposta. L’essere umano in genere è tendenzialmente troppo protettivo nei confronti del cane. Si tende a proteggerlo da tutto: dal freddo, dal caldo, dal cibo “sbagliato” o dall’annusare troppo in giro perché “prendi magari qualche malattia da terra”, ma si tende poco a cercare di capire che, nella sua natura, il cane ha bisogno anche di provare nuove situazioni.
Libertà dal guinzaglio è ad esempio libertà di giocare con i propri simili senza avere una corda che mi impicca tutte le volte, di cercare la traccia di un coniglietto solo per il piacere di usare il fiuto, senso molto sviluppato nel cane e di fondamentale importanza.
Un cane tenuto sempre in casa e per il quale le uniche uscite sono fatte a guinzaglio e sempre più o meno negli stessi posti, cibo sempre dato in una ciotola (che in natura non esisterebbe), nessuna possibilità di rotolarsi nell’erba o ancora meglio nel fango, nessuna possibilità di comunicare liberamente con il mondo circostante, non è che sia così tanto felice.
Noi saremmo felici si camminare sempre tenuti per mano da qualcuno che decide dove dobbiamo andare? Senza facebook, senza telefoni, senza aver controllo delle nostre scelte, non ci sentiremmo frustrati?
La libertà è una priorità per tutti gli esseri viventi, nessuno escluso, dal piccolo uccellino che vola nel cielo al più grande degli animali presenti nel territorio.
Ovvio che prima di sganciare un cane dal guinzaglio c’è un gran lavoro da fare dietro per far in modo che ci ascolti in ogni singola occasione, ma tutto è possibile. Basta volerlo e avere il desiderio di imparare ad essere bravi maestri per il nostro cane. Se non sappiamo come fare a farlo tornare, possiamo chiedere aiuto a un educatore cinofilo!
È triste quando ci si limita a scegliere la via più semplice, per pigrizia, per mancanza di tempo o di soldi. Il nostro cane è il nostro migliore amico e merita il 100% da noi. Con il giusto rapporto e il giusto training ogni cane può imparare il richiamo e quindi può anche meritarsi la libertà dove le occasioni lo consentono. Iniziando dalle basi, creando una relazione stabile, fondata sulla fiducia reciproca e il desiderio di stare insieme, si può arrivare anche ad assaporare insieme la libertà!
Buone corse nei prati a tutti!
Ilenia Quagliato, educatore cinofilo.